Rosella Sterzi è una maestra della scuola per l’infanzia ( materne), oltre che far parte del nostro gruppo che porta avanti il progetto Favolavà. Le ho chiesto di raccontarci come ha utilizzato a scuola le fiabe in valigia, visto che le ha provate proprio tutte! ...
Marco – So che hai un modo tuo particolare per utilizzare le valigie delle fiabe...
Ros - si, anche perchè essendo da sola con 24 bambini dai 3 ai 6 anni, devo un po’ sintetizzare la storia visto che l’attenzione non dura più di quindici minuti. Ho creato un piccolo rituale, i bambini ormai l’aspettano, quando vedono la valigia preparano le file di sedie, vanno a prendere le mollette per attaccare il telo io tiro un filo metto il telo e questo è il teatrino .
La storia la faccio da sola con due personaggi alla volta, metto in evidenza le scene essenziali , uno stacchetto quando cambio i personaggi..
Marco – E’ meglio se i bambini già conoscono la storia?
Ros – In genere conoscono quelle classiche, se la conoscono puoi giocare su quello che si aspettano, con certi personaggi sanno già quello che succederà e mettono in guardia il protagonista...
Per esempio, Raperonzolo era una storia che non conoscevano... erano tutti in tensione, poi quando è arrivata la strega, tutti son saltati non riuscivo più a fermarli. volevano aggredire la strega. La seconda volta che l’ho narrata non c’è stata questa reazione, l’esplosione non è stata così forte, l’emozione è stata elaborata
Marco- C’è una storia che piace di più ?
Ros – Non ho visto una storia che piaccia di più delle altre.... finora quelle che ho presentato sono piaciute tutte ... anche perchè gli elementi in gioco son sempre quelli.. il buono, il cattivo ecc
Marco – Con che frequenza hai portato a scuola le valigie?
Ros – all’incirca un volta al mese
Marco – Il rapporto con le colleghe ?
Ros - Dipende dal contesto... Adesso nella scuola in cui insegno, c’è una certa autonomia, ognuno porta avanti il proprio percorso didattico.. Nella scuola dove lavoravo prima c’era più apertura, si lavorava spesso assieme alle altre classi.
Marco – E con i genitori, c’è stato qualche commento a questa tua iniziativa?
Ros – Sono contenti, alcuni mi chiamano la “maestra dei burattini” e segno che i bambini a casa ne parlano
Per Carnevale abbiamo rappresentato la storia del “Lupo e i Sette Capretti”in salone con tutti i bambini della scuola, questa volta eravamo in due maestre, c’era anche la maestra Sandra che ha partecipato al corso di Favolavà insieme a me lo scorso anno... Quest’anno c’era in progetto di fare con i bambini il laboratorio di costruzione del burattino, ma le recenti vicissitudini contrattuali, visto il trattamento che ci hanno riservato, hanno fatto perdere la buona volontà...
Anche col Nido che è qui a fianco alla nostra scuola, abbiamo una collaborazione con le storie. Quando porto una storia molto semplice, la passo anche a loro e ci pensano le educatrici.
Anche quando sono venuti a trovarci per il progetto “continuità” abbiamo preparato uno spettacolino.
Lo scorso anno abbiamo fatto un laboratorio a scuola e adesso abbiamo una serie di burattini con cui i bambini giocano anche durante il gioco libero..Prendono la tovaglia della casetta come telo e si fanno il loro spettacolo. Abbiamo una casetta fuori dalla classe, i bambini cominciano a portare fuori le sedie e fanno i burattini oppure si travestono e fanno gli attori...
C’è un approccio diverso con i burattini delle valigie, sanno che sono più delicati e li possono tenere in mano solo un pochino. Quando è finita la storia sanno che hanno un po’ di tempo in cui possono accedere ai burattini della valigia. Allora c’è l’assalto al protagonista, o al lupo, poi sanno che dopo un tempo ben preciso, si mette via tutto...
Marco – Grazie a Rosella, la maestra dei burattini...
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