FAVOLAVA’
Ciao, ho realizzato questo articolo pensavo di farlo pubblicare sul prossimo numero del giornalino parrocchiale di Povegliano, anche per far conoscere la vostra bella iniziativa
te lo mando per conoscenza
ciao
Gianluca Massella
Cosa può succedere se un gruppo di amici si inventa un progetto con lo scopo di costruire burattini e teatrini in legno, scrivere il testo di una fiaba, rinchiudere il tutto in una valigia e metterla a disposizione di chi vuole improvvisarsi burattinaio? Significa che queste valigie diventano magiche e possono trasformare una noiosa serata in famiglia, o una tranquilla festa di compleanno, in un’esperienza unica. Così può accadere che genitori, nonni, zii, maestre, possano portare a casa, o a scuola, una valigia, scegliere la fiaba preferita, montare il teatrino, diventare scenografi e burattinai e trasportare i piccoli nel loro viaggio fantastico, per una volta senza “delega allo specialista”, sperimentando un piccolo evento e condividendolo in famiglia o con gli amici di scuola.
Per gli adulti questa esperienza apre un paesaggio di sensazioni ed emozioni difficilmente spiegabile a parole. Si cattura in solo colpo l’attenzione, l’entusiasmo e la sorpresa dei piccoli spettatori che rivivono la fiaba non più solo attraverso la lettura di un libro ma con personaggi che possono toccare con mano. Per i bambini (l’età più indicata è dai 3 agli 8 anni) è l’occasione per vedere gli adulti sotto un altro punto di vista, come compagni di gioco. Attraverso le fiabe, quelle classiche che sono un bagaglio prezioso della nostra tradizione e che ognuno di noi conosce, il bambino spesso esprime la parte più nascosta di sé, comprese le ansie e le paure, o le gioie per il lieto fine, e diventano per l’adulto-educatore un modo per ascoltare messaggi profondi del bambino, i suoi entusiasmi, che nella quotidianità rischiano di essere soffocati da un inanimato schermo televisivo. I burattini, che si muovono e parlano “dal vivo” attraverso la voce del genitore o del nonno, interagiscono col bambino, creano quel momento magico di aggregazione familiare che è diverso dall’essere spettatore televisivo spesso solo o parcheggiato, anche perché l’esperienza non si esaurisce con la semplice visione dello spettacolino ma coinvolge tutti, grandi e piccini, sia prima, nella fase della preparazione, sia dopo, con gli immancabili commenti e risate, soprattutto se i burattinai di turno si inventano qualche fuori programma.
Per questo motivo è un’esperienza magica: non solo perché si tratta di fiabe, ma per il tipo di atmosfera che si crea attorno all’evento. Questo in sostanza è il progetto Favolavà e i teatrini sono il primo veicolo che vuole essere “arte condivisa”, impegno creativo al servizio di tutti, un piccolo bene comune per difendere dal grande rumore di fondo le cose preziose come l’infanzia, a cui dedicare empatia, vicinanza, capacità di ascolto, ironia e spontaneità mettendo in gioco il bambino che c’è in ognuno di noi.
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